Partito di Alternativa Comunista

Assassinio di Hanieh e Shukr: Israele si prepara ad attaccare Libano e Iran

Assassinio di Hanieh e Shukr:

Israele si prepara ad attaccare Libano e Iran

 

 

di Fabio Bosco

 

Il 31 luglio lo Stato di Israele ha assassinato il principale leader di Hamas Ismail Haniyeh a Teheran, mentre stava partecipando all'insediamento del nuovo presidente iraniano. Il giorno prima il leader di Hezbollah Fouad Shukr è stato ucciso da un missile israeliano a Dahye, un quartiere a maggioranza sciita di Beirut, dove vivono molti membri di Hezbollah.
I due omicidi mirano a espandere l'aggressione israeliana verso il Libano e l'Iran e, allo stesso tempo, a mantenere l'aggressione genocida a Gaza e in Cisgiordania, al fine di disinnescare la crisi interna israeliana e salvare il governo di Netanyahu.

 

La crisi interna di Israele fa un balzo dopo il 7 ottobre

Lo Stato di Israele stava già vivendo una grave crisi economica e politica prima del 7 ottobre. Da un lato, l'economia è in crisi dall'inizio del 2023, anche a causa della fuga di capitali dalle aree tecnologiche. Dall'altro, la riforma giudiziaria imposta dal governo Netanyahu è stata osteggiata da ampi settori sionisti liberali, tra cui capitalisti e settori delle forze armate, del Mossad, dello Shin Bet e della burocrazia statale.
Dall'azione della resistenza palestinese, guidata da Hamas il 7 ottobre, fino ad oggi, nuove crisi si sono aggiunte alle precedenti. La prima crisi è legata alla perdita di credibilità dello Stato di Israele e del governo Netanyahu agli occhi della popolazione ebraica israeliana, che ha capito che il discorso sulla «sicurezza» è una frode e si sta mobilitando per chiedere elezioni per rovesciare il governo.
La seconda crisi è legata allo sforzo bellico. Il prolungamento del genocidio a Gaza ha un forte impatto sull'economia, sia in termini di costi che di mobilitazione dei riservisti. Sotto la pressione delle forze armate e della popolazione, il governo ha iniziato a chiedere ai membri della comunità Haredim (ebrei ultraortodossi) di prestare il servizio militare. Gli Haredim si stanno mobilitando contro la leva e devono affrontare una pesante repressione da parte della polizia. È importante notare che i due partiti che rappresentano gli Haredim fanno parte del governo Netanyahu e la loro uscita potrebbe portare alla caduta del governo.
Un altro fattore che influisce sulla mobilitazione dei soldati è la resistenza palestinese a Gaza. Nonostante il genocidio in corso, in cui sono stati uccisi più di 40.000 palestinesi (una cifra che potrebbe raggiungere i 186.000 secondo Lancet) e sono stati distrutti il 70 di tutti gli edifici di Gaza (abitazioni, scuole, ospedali, aziende), le forze di resistenza palestinesi hanno condotto azioni di guerriglia contro le forze israeliane e hanno tenuto nascosti più di 100 prigionieri israeliani per 300 giorni.
La questione dei prigionieri israeliani ci porta alla terza crisi: le famiglie dei prigionieri israeliani hanno sostenuto il genocidio, credendo che i prigionieri sarebbero stati rilasciati. Oggi, invece, le famiglie si stanno mobilitando contro il governo Netanyahu, chiedendo un cessate il fuoco immediato per liberare i prigionieri. Le loro mobilitazioni crescono ogni settimana e sono diventate popolari nonostante la repressione della polizia.
Infine, c’è la crisi con l'estrema destra sionista e fascista. Recentemente, una folla guidata da membri del governo e del parlamento ha invaso il campo militare di Sde Teman per liberare nove soldati israeliani imprigionati per barbare torture e stupri di prigionieri palestinesi di Gaza. Questo ha portato a un conflitto tra il capo militare e i ministri fascisti-sionisti. È in corso una campagna per chiedere indagini indipendenti su questi casi di tortura e stupro.
Per sfuggire a questa crisi multiforme, Netanyahu lancia attacchi omicidi contro le capitali del Libano e dell'Iran per provocare una guerra generalizzata, per trascinare l'imperialismo nella sua difesa militare, nonché per impedire qualsiasi tipo di cessate il fuoco a Gaza e continuare così a farla franca.

 

Gli imperialismi stanno per essere trascinati in una guerra regionale

Gli imperialismi (americano, europeo, giapponese, cinese e russo) non vogliono l'espansione dell'aggressione militare israeliana, per ragioni di stabilità economica e sociale. L'aggressione israeliana colpisce l'economia mondiale aumentando i prezzi del petrolio e interrompendo il traffico commerciale nel Mar Rosso, una delle rotte di navigazione più importanti del mondo. Inoltre, potrebbe aprire la strada a un'ondata di radicalizzazione antimperialista, antisionista e democratica di massa che minaccia l'intero ordine regionale.
Tuttavia, l'indebolimento dell'imperialismo dominante (statunitense), in particolare in un momento di elezioni nazionali polarizzanti, rende possibile per Netanyahu incendiare il Medio Oriente e tentare di trascinare gli Stati Uniti, ed eventualmente l'imperialismo europeo, nella difesa militare di Israele, proprio come stanno facendo gli Stati Uniti e il Regno Unito contro gli Houthi yemeniti.
Il regime iraniano e Hezbollah hanno già dimostrato con parole e azioni la loro opposizione a un conflitto militare generalizzato con Israele. Tuttavia, gli assassini di Ismail Haniyeh e Fouad Shukr li costringono a dare una risposta. Qualsiasi risposta, per quanto contenuta sia stata finora, potrebbe servire a Israele per lanciare un'aggressione generalizzata.

 

Hamas vuole un cessate il fuoco permanente e l'Anp vuole Gaza

Hamas vuole un cessate il fuoco permanente come precondizione per uno scambio di prigionieri. A lungo termine, contrariamente a quanto riportato dai media imperialisti, Hamas non propone la distruzione dello Stato di Israele, ma piuttosto una hudna (parola araba che significa tregua) di 20 o 30 anni tra lo Stato di Israele e un mini-Stato palestinese, senza riconoscimento reciproco formale. Ciò consentirebbe la ricostruzione di Gaza e il rafforzamento di Hamas.
L'Autorità Nazionale Palestinese, controllata dal partito palestinese Fatah, vuole liberare Gaza da Hamas e formare un mini-Stato palestinese in cooperazione di sicurezza con lo Stato di Israele. Il suo principale concorrente è il milionario (e criminale) palestinese Mohammad Dahlan, che ha l'appoggio degli Emirati Arabi Uniti per governare Gaza alla testa di truppe straniere.
Le principali organizzazioni della sinistra palestinese (Fplp, Fdlp e Partito del Popolo) capitolano di fronte ai regimi arabi e al cosiddetto «Asse della Resistenza» guidato dall'Iran e da Hezbollah e, in Palestina, si dividono tra il sostegno all'Anp (con la pretesa di difendere la laicità), Hamas o una posizione autoproclamata di opposizione a entrambi.

Promuovere la solidarietà verso una Palestina libera, dal fiume al mare

Non è chiaro se Israele riuscirà a trascinare Iran ed Hezbollah in una guerra contro la volontà dei loro leader. È possibile che il leader iraniano Ayatollah Khamenei e il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah accettino ogni provocazione israeliana senza una reazione proporzionata, come hanno fatto finora. In ogni caso, ci opponiamo a qualsiasi aggressione israeliana, sia all'interno che all'esterno della Palestina.
Allo stesso tempo, sosteniamo una solidarietà attiva, anche militare, con i palestinesi. Purtroppo, l'unica forza araba che sta costruendo una solidarietà efficace è quella degli Houthi yemeniti.
In caso di guerra tra Israele e Iran o Hezbollah, saremo nel campo militare libanese e iraniano per sconfiggere Israele. Tuttavia, non possiamo riporre tutte le nostre speranze in queste organizzazioni e regimi borghesi. È necessario spingere per l'organizzazione indipendente della classe operaia palestinese e araba a lottare per la fine dello Stato di Israele, per la liberazione della Palestina, dal fiume al mare, e per il rovesciamento dei regimi autocratici arabi, verso una Federazione socialista dei Paesi arabi.

Collabora con noi

Collabora con noi

Vieni a conoscere il Partito, compila il modulo per collaborare con noi o iscriverti alla nostra newsletter.
I campi contrassegnati da sono obbligatori.


Il campo per collaborare col partito è opzionale

 

Campagne ed Iniziative





 

 






La storia nascosta del sionismo

di Ralph Schoenman

 

 

 

 il libro che serve per capire Lenin

 



 24 novembre zoom nazionale 
 
 

12 novembre Roma
 
 
 
 

 
Giovedi 24 ottobre
 
 

domenica 19 ottobre
 
 

 
7 ottobre 2023 - 7 ottobre 2025
 
Zoom nazionale
a sostegno della Resistenza palestinese

 


Bari incontri di formazione 


sabato 28 giugno


8 giugno scuola nazionale

 

 

 


Venerdì 16 maggio

Siena

 


Sabato 3 maggio

Modena

 


venerdi 11 aprile

 
 
 

Bari 7 marzo
 
 

 
21 febbraio
zoom nazionale
 
 

 
BOLOGNA
15 febbraio ore 1030
 
 
 

 

 


 

 

 
 

 

Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale

NEWS Progetto Comunista n 147

NEWS Trotskismo Oggi n 25

Ultimi Video

tv del pdac