Interporto di Civitavecchia: la lotta continua!
Contro la burocrazia sindacale e i politicanti di centrosinistra
di Leonardo Spinedi
Pubblichiamo di seguito una breve intervista ai corsisti dell’interporto di Civitavecchia, vittime di una truffa perpetrata ai loro danni dalla Regione Lazio (ora guidata dal centrosinistra) che ha sfruttato sulla loro pelle la possibilità di usufruire di circa un milione di euro di fondi europei. Si tratta a nostro avviso di un episodio che esemplifica molti fenomeni presenti in maniera diffusa in qualunque situazione di conflittualità lavorativa: il ruolo della burocrazia sindacale concertativa, ad esempio, di gettare acqua sul fuoco delle proteste, funzionando allo stesso tempo da lobby mafioseggiante nel tentativo di dividere i lavoratori; il ruolo anti-operaio svolto dai politicanti locali, schierati compatti dalla parte del padrone dell'interporto, infine la potenzialità di lotta dei lavoratori stessi, che hanno dimostrato parzialmente e dimostreranno che la lotta ad oltranza paga.
I collettivi limitrofi di Pc-Rol continueranno ad essere impegnati a fondo in questa lotta dalla parte dei corsisti; a loro va la nostra più attiva solidarietà militante.
Cos’è l’Interporto di Civitavecchia?
L’interporto è un’azienda che si occupa della smistamento merci (fondamentalmente carico e scarico) nel porto di Civitavecchia. La proprietà è per l’80% privata e solo per il 20% comunale.
Com’è nata la vostra vertenza?
Dopo esserci iscritti ad un corso indetto dalla regione Lazio, abbiamo seguito uno stage di formazione professionale durato 18 mesi anziché 8-10 come era previsto in partenza. Dopo tutto questo tempo passato in uno stato di disoccupazione forzata (clausola fondamentale per partecipare al corso) ci troviamo in uno stato di incertezza totale in quanto le società che ci dovevano assumere non hanno nessuna intenzione di farlo in tempi brevi, e soprattutto non hanno intenzione di darci nessuna garanzia sulle tempistiche di assunzione ne su quanti corsisti effettivamente assumeranno.
Qual è attualmente la condizione lavorativa dei 160 corsisti?
Ad oggi siamo tutti disoccupati, qualcuno cerca di trovare lavoretti che non intacchino il suo stato di disoccupato (1-3 mesi, spesso a nero e dunque anche senza contributi) in modo da poter ricominciare ad avere una propria indipendenza economica. Non è certo l’ideale, soprattutto per i lavoratori più in là con gli anni, ma stare senza stipendio per 18 mesi è stata dura per tutti.
Qual è stato il ruolo dei sindacati?
I sindacati confederali a livello cittadino non ci hanno preso in considerazione. Hanno portato avanti dei tavoli di “trattativa” senza neanche farci sapere cosa è stato detto in questi incontri; hanno giocato un ruolo decisivo nel tentavo di corrompere i lavoratori in lotta e di dividerci, ed è per questo che con loro stiamo cercando di non avere rapporti, soprattutto vista la grande disponibilità e trasparenza dimostrata invece dalla Cub trasporti di Roma con cui siamo entrati in contatto grazie all’intervento di Andrea Spadoni e Ruggero Mantovani (dirigenti nazionali di Pc-Rol, ndr) e con cui stiamo già organizzando un tavolo di trattativa a livello regionale.
Qual è stato il ruolo della sinistra di governo?
A livello di governo comunale non siamo neanche stati presi in considerazione in quanto le autorità cittadine stanno cercando di tenere tutto sotto il loro controllo. Del centrosinistra al governo in regione è persino inutile parlare, per noi è già stato un passo da gigante arrivare ad un tavolo di trattativa.
Quali sono le prospettive di lotta e di rivendicazione che porterete avanti?
Le nostre lotte per il momento si sono fermate al consiglio comunale di Civitavecchia, dove abbiamo manifestato più volte, ma vista l’indifferenza, stiamo organizzando una manifestazione davanti ai capannoni dove dovremmo essere assunti, e se anche questo non porterà i frutti sperati porteremo la nostra lotta in regione. Le nostre rivendicazioni immediate però sono molto chiare: tutti i corsisti dovranno essere assunti subito, ogni tentativo di dividerci si scontrerà con la nostra organizzazione.
Inoltre, continueremo la battaglia per autorappresentarci, la Cgil non può continuare a prendersi gioco di noi ed a trattare alle nostre spalle e sulla nostra pelle.